Guarire con l'osteopatia
Sia il meccanismo naturale che porta verso l’auto-miglioramento che quello verso l’autoguarigione, vanno viste come parte di un processo globale che coinvolge sia il nostro corpo che la nostra mente. Ricordiamo che ognuno di noi, essendo un sistema vivente, è una realtà aperta e chiusa allo stesso tempo.
IL MECCANISMO DI AUTO GUARIGIONE
L’osteopata crede che la salute e non la malattia sia il retaggio naturale dell’uomo. II corpo umano ha al suo interno – entro certi limiti – la capacità di auto-ripararsi e correggersi. Esso può creare i propri rimedi, sempre che sia mantenuta una buona circolazione, ci si alimenti con una dieta bilanciata, si mantenga un atteggiamento psichico consapevolmente positivo ed equilibrato e si viva, per quanto possibile, in un ambiente privo di contaminazioni.
II meccanismo di auto guarigione è l’ossatura ed il sostegno dei principi e dell’applicazione della osteopatia. Gli osteopati credono che inizialmente la malattia si origini dall’interno dell’individuo e che spesso all’origine del processi patologici ci siano dei disturbi funzionali, cioè un’alterazione nella relazione struttura-funzione. Per questo motivo, anche in situazioni di sofferenza organica (patologica), essi si concentrano sulla persona che soffre piuttosto che sui microrganismi o sulle altre cause che potrebbero aver originato la malattia.
Tuttavia ci sono alcuni stadi della malattia in cui i cambiamenti che essa ha provocato sono irreversibili. In questi casi, l’osteopatia può cercare di aiutare la persona a svolgere le proprie funzioni al meglio delle sue capacità, date le circostanze. Dove necessario l’osteopata indirizzerà il paziente ad altri medici per ulteriori esami e terapie specialistiche.
I PRINCIPI DELLA OSTEOPATIA
Tre fra i più importanti principi della osteopatia sono:
- L’interdipendenza di struttura e funzione
- “La regola dell’arteria è suprema”
- L’unitarietà dell’essere umano.
Struttura e funzione sono interdipendenti
La vita è un processo dinamico in cui il cambiamento è la sola costante, quindi la sua caratteristica principale ,è il movimento. II movimento all’interno di un corpo (o di ogni altra cosa vivente) equilibrato ed in buona salute è fluido e ritmico. La giusta relazione è il libero movimento fra e nelle vane strutture del corpo è essenziale per la salute dell’individuo, perche quando esso è interrotto la loro funzione ne è in qualche modo disturbata. L’interruzione di un movimento libero e fluido è quindi una condizione che si verifica prima del manifestarsi sia di un disturbo funzionale che della malattia. Ciò risulterà ancora più chiaro quando affronteremo il meccanismo respiratorio primario.
Quando usiamo il termine struttura, intendiamo i muscoli, i legamenti, gli organi e la fascia.
Col termine funzione intendiamo il modo in cui tutte le diverse parti del corpo lavorano al loro interno ed in relazione le une con le altre. La relazione fra struttura e funzione applicata in un contesto terapeutico probabilmente il più grande contributo dato alla medicina da Andrew T. Still. Un esempio calzante di questa relazione ci viene offerto da un giovane cervello in fase di crescita. L’ammontare delle vane attività che stimolano l’attività del cervello influenzano anche la qualità e la velocità di crescita del tessuto cerebrale stesso. La struttura del sistema circolatorio è costituita dal cuore, dai vasi sanguigni, dalle loro valvole e dal sangue. Se le pareti dei vasi sanguigni diventano più sottili e più dure che può essere causato da uno squilibrio delle componenti del sangue – allora possono svilupparsi problemi nella circolazione.
L’osteopata cerca di restituire la libertà di movimento alle articolazioni, la dove essa è venuta a mancare. Nella colonna vertebrale, per esempio, opera per ottenere flessibilità e mobilità, poiché senza queste gli impulsi nervosi che regolano sia la vasocostrizione che la vasodilatazione, ed anche l’attività dei tessuti (muscoli, tendini, legamenti etc) e degli organi circostanti e correlati, vengono ad essere alterati. Nel trattamento l’osteopata mira ad avere un effetto positivo sulla funzione, agendo direttamente sulla struttura.
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